Astrid Lindgren e il Natale
C’è un legame forte e speziato come alcuni cibi svedesi. Il binomio, Lindgren e il Natale, può essere paragonato a un biscotto dolce alla cannella e zenzero. Tradizionale e profondo.
Astrid Lindgren nasceva il 14 novembre 1907 in un podere chiamato Nas fuori della piccola città di Vimmerby, in Svezia. Come ogni bambina, Astrid amava leggere, in particolare i libri che avevano bambine come protagoniste. Amava Anna dai capelli rossi e Pollyanna.
Dopo aver frequentato la scuola pubblica, si trasferisce a Stoccolma e sposò Sture Lindgren. Astrid scrisse il suo primo racconto, Britt-Mari, nel 1944. Il suo secondo libro, Pippi Calzelunghe, che scrisse come regalo per il decimo compleanno della figlia, fu pubblicato nel 1945. Ha inoltre ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio internazionale Hans Christian Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia.
Astrid pubblicò più di cento libri ed è tuttora l’autrice più conosciuta in Svezia per libri per bambini. I suoi libri sono stati tradotti in più di sessanta lingue. Morì nel 2002, all’età di 94 anni.
Le atmosfere nordiche, che ricordano la Lapponia della vicina Finlandia e le scanzonate storie della famosa Pippi sono state certamente da trampolino per i libri unici sul Natale, oltre ai caratteristici mercatini di Stoccolma, Göteborg e Malmö.
Oppure la magia incantata del giorno di S. Lucia dove migliaia di bambine e ragazze emergono dal buio dell’inverno svedese e illuminano le folle con le processioni.
Vestita come damigella di Lucia in un abito bianco immacolato, ogni bambina porta una candela in mano e indossa una corona di candele scintillanti. In tutte le città, i paesi e le chiese puoi assistere al fascino delle solenni processioni dei bambini, che offrono dolci allo zafferano e cantano le tradizionali melodie di Santa Lucia, vestiti come omini di marzapane, folletti e paggetti.
Le feste sono alle porte, e come non essere felici se un cartello ci annuncia che ci sarà addirittura un “festa del dopo-Natale”? Il cartello è un po’ sgrammaticato, è vero, ma è inutile badare alle apparenze quando dietro le cose c’è quel geniaccio della mitica Pippi Calzelunghe.
Tommy e Annika non stanno nella pelle, e ottenuto il permesso dalla mamma di partecipare, si precipitano a Villa Villacolle. La casa è completamente buia. Pippi sta tramando qualcosa. Nella neve alta s’intravedono delle piccole caramelle rosse che bisogna seguire, fino alla vera sorpresa un gigantesco albero di Natale. Ecco il regalo di Pippi. Un unico grande dono da condividere con tutti anche con bambini che si sono aggiunti senza invito.
Perché in fondo in una festa l’importante non è soprattutto quello di stare insieme senza far sentire nessuno escluso? Fuori dal solito come tutti i libri di Pippi, che rendono unico e non scontato qualsiasi evento.
È una magica e fredda notte d’inverno. Tutti dormono, nella vecchia fattoria in mezzo al bosco. Solo il tomte – il piccolo gnomo guardiano – è sveglio: come ogni notte, camminando nella neve a piccoli passi silenziosi, si reca a far visita agli animali della fattoria, i suoi migliori amici. Il delicato racconto di Astrid Lindgren, lieve come un canto popolare, celebra la semplicità e i sentimenti del mondo della natura. Ogni animale ha per dono una carezza o un abbraccio, anche per loro è una notte magica, e se gli umani sono uniti nelle loro case a riposare, il tomte pensa a loro e dispensa caldo affetto.
“Si udì nel silenzio il pianto di un bambino appena nato. E, in quell’istante, si accesero tutte le stelle del firmamento”. Il classico tema della notte di Natale, raccontato da una mamma al suo bimbo, è rivisitato sotto una veste laica e moderna perché la storia del Natale nella stalla lontana diventa per il bimbo, una storia che si svolge di fianco a casa sua. Due viandanti che trovano una stalla, gli animali li accolgono e li riscaldano, e poi un’umile nascita e i pastori stupiti nel vedere le stelle splendere quando nasce un bambino.
La storia di Natale che si propone in un ambiente multiculturale, una storia di solidarietà, partecipazione e stupore. Un tratto delicatissimo d’illustrazione arricchisce il volume, un piacevole classico di Natale senza renne, slitte, regali, alberi ma che trasmette l’importanza dello stare assieme.
Betta, tre giorni prima di Natale, scommette con i fratellini di saper fare proprio tutto. La mamma le affida un incarico di responsabilità: gettare il sacco della spazzatura e – contemporaneamente! – portare il pandolce alla vicina di casa ammalata, la signora Bergman, il tutto senza dimenticare l’amato pupazzetto, il maialino Teddy. Betta, per far prima, prende gli sci e prova a fare lo slalom, ma non le riesce molto bene, così, con sua grande disperazione, butterà via il pandolce insieme a Teddy e porterà il sacchetto della spazzatura alla signora ammalata! Ma tutto finirà bene, e Betta riuscirà persino a trovare un bellissimo albero di Natale, lasciando ai suoi piccoli lettori un messaggio positivo di amore, generosità e persino di modestia, poiché l’esperienza vissuta porta la bambina a riconoscere i suoi limiti: “Sì, so fare tutto” – dice Betta nella battuta finale del libro – “Tranne lo slalom!”
Betta sa fare tutto (o quasi) è pubblicato con le illustrazioni originali di Ilon Wikland, l’artista estone rifugiata in Svezia nel 1944, che illustrò il maggior numero di libri della Lindgren, collaborando con lei fin dal 1953 e rappresentando, come ebbe spesso a dire, “il bambino dentro di noi”.