UN ALBO PER SCOPRIRE IL NOSTRO "POSTO GIUSTO".

Il posto giusto

Il posto giusto

PRIMI GIORNI IN PRIMA.

La fatica è tanta, il chiasso anche.

Tiro fuori dal mio zaino un albo: “Il posto giusto”.

Parla di Scoiattolo che, dopo l’inverno, parte alla ricerca di un posto che ancora non conosce, ma di cui sente il bisogno. Lungo il viaggio incontrerà Picchio, Tartaruga, Cincia, Talpa e Civetta e chiederà loro quale sia il posto giusto. Sceglierà “un grande albero con radici profonde e rami larghi e lunghi” che, accogliendo i bisogni di ciascuno, lo aiuterà a comprendere che il posto giusto non è solo un luogo fisico.

Adoro lavorare con gli albi illustrati, soprattutto in prima.

Non mi piace propinare ai bambini solo video, perché il loro mondo è pieno di stimoli visivi.

Preferisco sviluppare l’ascolto e il piacere della lettura dell’insegnante, affinché in futuro comprendano il valore dei libri.

Richiamo l’attenzione e inizio a leggere.

All’improvviso, e non mi sembra vero, cala il silenzio.

La cosa mi stupisce (difficile ottenere silenzio in prima), mi entusiasma e… continuo la lettura cambiando intonazione e voci, sempre più carica.

Mostro le figure. Qualcuno anticipa i personaggi.

Poi la storia finisce e noto una mano alzata.

“Vorrà andare in bagno” penso.

In prima te lo chiedono mille volte ed è uno dei pochi motivi della mano alzata.

Invece… “Maestra, la scuola è un posto giusto!” dice Damiano.

Lo guardo molto stupita, ma anche molto soddisfatta.

Lui mi dimostra di averne colto il senso.

Gli altri continuano: “È vero, maestra, perché stiamo insieme!”.

Allora faccio a ciascuno la domanda: “C’è un altro posto giusto per te?”.

Seguono le risposte: “Casa mia è un posto giusto, perché non mi sento mai solo”, “Casa dei nonni è un posto giusto, perché mi fanno compagnia quando non ci sono i miei genitori”, “La campagna è un posto giusto, perché lì ci riuniamo”…

Ancora una volta i bambini mi sorprendono, dimostrando una profondità che, ogni tanto, gli adulti non hanno.

Si inizia a lavorare sul quaderno e il tempo passa.

Loro non se ne sono accorti, ma io ho piantato un piccolo seme che, spero, diventerà un grande albero pieno d’amore per i libri.

Maria Natale

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