Io sono Malala Yousafzai, io sono la libertà di pensiero. Un libro più che mai contemporaneo per bambini, una storia vera raccontata da Settenove.

“Io sono Adila”

“Io sono Adila”

La storia di Malala la conosciamo quasi tutti, però raccontarla a un bambino ci scoraggia, la consideriamo una storia forte, preferiamo raccontare altro, l’idea generale è volere per i nostri piccoli sempre il meglio, quello che non deve farli pensare molto, o non farli riflettere su problemi angoscianti.Fateci dire una cosa, noi come Settenove la pensiamo completamente all’opposto. Guardare il telegiornale (quasi costruiti bene) con i bambini oggi giorno può scatenare una girandola infinita di domande sulle ragioni della violenza, sulle origini del fanatismo alle quali non sempre possiamo rispondere con tatto e con una coscienza pulita. Oppure, al contrario, può succedere che i piccoli osservatori stendano su ogni cosa che vedono un velo di apatia e d’inverosimiglianza, tutto è costruito come in un film, non si sa, dove inizia la realtà e dove la finzione.

Ecco qui recensito un prezioso strumento, carta illustrata e testo stampato, due donne, come Adila e Malala, Fulvia Degl’Innocenti e Anna Forlati, rispettivamente autrice e illustratrice, e poi la casa editrice Settenove che si dedica alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere. Questo bel mix racconta con una delicatezza da pelle d’oca, quest’albo unico. La storia dal testo limpido e semplice, con le bellissime e dense illustrazioni, ha ottenuto il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International.

Da una cornice narrativa che descrive la vita e i timori di Adila, una bambina comune, le autrici raccontano la vicenda di Malala: dagli interventi nel blog della Bbc all’attentato a causa dei talebani, fino al Premio Nobel per la pace e alle attività della sua fondazione.

Adila è una bambina pachistana che vive nello Swat, la terra di Malala, ama la scuola ma rischia di dover interrompere gli studi a causa della difficile situazione del suo paese. Per proseguire nella propria strada ci vuole coraggio e lo troverà grazie all’esempio raccontato dalla sua maestra, della connazionale che l’ha preceduta e che ora sta lottando anche per lei.

«Vorrei ringraziare i miei genitori per il loro amore incondizionato. Grazie a mio padre per non avermi tarpato le ali e avermi permesso di volare. Grazie a mia madre per avermi insegnato a essere paziente e a dire sempre la verità – che crediamo sia il vero messaggio dell’Islam»

(Malala, Stoccolma 2014, cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace)

Il libro fa emergere una netta distinzione tra la religione islamica e il fondamentalismo e non cavalca per niente la tesi di uno scontro tra civiltà tra Occidente e Islam. Le autrici riaffermano con decisione che le bambine e i bambini hanno il diritto di esprimere i loro pensieri, di essere amati, ascoltati, di immaginare il loro futuro e di ricevere un’istruzione. In molti paesi – come quello da cui provengono Malala e Adila – non è così, ma grazie alla lotta di bambine e bambini, ora anche loro possono tornare a scuola.

 

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