Ettore ritorna e con la sua mamma ci insegna che non bisogna saper far tutto, ma aspettare e ascoltare il proprio dono.

“La mia strada”

“La mia strada”

“Oggi Ettore ha perso la sua partita di Tennis”. E questo succede spesso, nonostante Ettore si alleni continuamente.

Nonostante tutto, Ettore è sconsolato e triste, come tante volte accade a ognuno di noi. Ci assale un senso di malinconia e ci si sente quasi inutili. Ettore pensa di non valere nulla!

La mamma lo porta, allora, a fare una passeggiata. La natura offre loro tanti spunti interessanti: l’uccellino sul ramo sa cantare ma non sa nuotare come il suo amico pesciolino. E, quindi, per questo dovrebbe sentirsi inutile? E così per la farfalla, per il fiore, per il bellissimo melo. Ettore si dedica, così, alla sua indagine: a casa, a scuola, alla ricerca affannosa di ciò che più gli piace. Come tutti, nella vita, cerca la sua strada.

Una sera, finalmente la trova. Molto interessante la reazione di mamma e papà: battono le mani e sorridono, in segno di incoraggiamento e felicità. Ettore sa di doversi esercitare tanto, tanto, ma tanto ancora ….

Alla fine dell’albo, un sipario si apre. E, indovinate un po’, chi c’è su quel palcoscenico?In un albo dai colori vivaci e dalle illustrazioni semplici, “elementari” e ben definite, le autrici ci raccontano di un “viaggio” alla scoperta delle passioni di Ettore, il protagonista. È anche un viaggio all’interno di una frustrazione, un senso di tristezza e di inadeguatezza che è comune un po’ a tutti, ovviamente differente ad ogni età e tappa della vita ma che non risparmia neppure i più piccini.

Ma la gioia e la soddisfazione sono enormi quando si riesce a trovare la propria strada e a percorrerla, nonostante i sacrifici che occorrono. Molto interessante la figura dei genitori e della sorellina di Ettore che mai lo lasciano solo, spingendolo e incoraggiandolo, come si fa con un altalena che vola sempre più in alto.Non si può riuscire bene in tutto: non sarebbe giusto, sarebbe anche noioso. Ma una volta trovato ciò che ci appassiona davvero, si può diventare bravissimi. Proprio come Ettore!

Mariangela Tantone

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