“L’albero della scuola”
Parafrasando una frase di Ernest Hemingway e volendola interpretare alla luce di questo tenero albo, il mondo è un posto bello, ancora accogliente, che occorre preservare e per cui bisogna lottare. Il mondo è fatto di tante cose ma soprattutto di natura, che è la prima culla in cui tutto ciò che siamo è nato. È il messaggio che Sandoval e Urberuaga lanciano chiaramente al lettore, sin dall’apertura del racconto.
Uno: il piccolo albero del cortile della scuola. Uno: il primo bambino, Pedro, a notare l’albero e a prendersene cura. Una: la maestra un po’ titubante e scettica. Una: la casetta sull’albero. Uno: il nuovo seme.
In solitudine il protagonista scopre il piccolo albero, ormai secco. Ma nulla è perduto – pensa – e decide di prendersene cura. Ed è proprio la carezza del bambino che fa nascere la prima foglia verde, vigorosa, finalmente viva. Ed è proprio il suo abbraccio che fa spuntare un nuovo ramo. Il cammino di Pedro verso l’albero e la natura è tutto un crescendo: la sua creatura è diventata un albero talmente grande da poter ospitare una casetta-biblioteca e da poter mettere, a uno dei suoi rami, un’altalena!
E poi il miracolo della vita che si ripete: un nuovo seme. La classe di Pedro decide di donarlo a un’altra scuola affinché se ne prenda cura. Una bambina, stavolta, si accorge di un piccolissimo albero che sembra scheletrico come fil di ferro e decide di accarezzarlo… ciò che accadrà è lasciato alla scoperta e anche un po’ all’immaginazione del lettore.
Il racconto, scritto in modo essenziale e diretto, non fa giri di parole e non lascia spazio al superfluo: è fatto di immagini chiare, nitide, che sembrano quasi formare uno storyboard. Il tratto del disegno accompagna tutta la narrazione e la svela ulteriormente nella sua essenziale forza.
All’apparenza semplice, l’operazione compiuta dagli autori è complessa e ricca di sfaccettature. La narrazione è un gioco che dondola tra la singolarità e la coralità. Il bambino, la maestra, l’alberello, la casetta sono tutti singoli elementi che vivono, solo in apparenza, bastando a sé stessi. Dopo l’evento scatenante, tutti diventano coralità e creano gruppo, tanto da coinvolgere un’altra scuola, un altro gruppo ancora. Non bastano più a sé stessi ma acquistano un senso di unità forte, come la casetta che ospita bambini, che, trasformata in biblioteca sull’albero, diventa un centro di aggregazione e di condivisione, come l’altalena e come l’albero stesso.
I temi affrontati dagli autori sono attualissimi e stimolanti. Il pensiero va subito alla natura. Occorre prendersene cura, non solo perché è la casa in cui viviamo ma anche perché, se è sana, se è vigorosa, è la protagonista delle relazioni, è il palcoscenico della collaborazione, è la migliore medicina per i nostri affanni. E poi compare, indissolubilmente legato a questo tema, quello della cura, della dedizione, che non è mai solo verso ciò che ci circonda ma anche verso chi ci circonda: una bella rappresentazione e declinazione del senso di comunità.
Ambiente, collaborazione, condivisione, dedizione, sensibilizzazione: questi i temi che si intrecciano costruendo il DNA del racconto. Solo bambini educati alla cura, potranno diventare uomini e donne più consapevoli e attenti alle necessità del pianeta e degli altri. Non è mai facile, non è mai scontato ma questo albo prova a dare una risposta in maniera semplice e autentica, senza fronzoli e senza perdersi nell’eccesso. È così che “L’albero della scuola” approccia il lettore con la sua “essenziale molteplicità” di temi e di suggestioni. Di sicuro è un albo sostenibile: è green – per dirla con una parola molto attuale – fa comunità, aiuta a pensare con occhi critici… forse sono proprio questi gli ingredienti per pensare ad un mondo migliore.
Mariangela Tantone
- Titolo: L’albero della scuola
- Autore: Antonio Sandoval
- Illustratore: Emilio Urberuaga
- Editore: Kalandraka Italia; 1° edizione (12 novembre 2020)
- Lingua: Italiano
- Copertina rigida: 40 pagine
- ISBN-10: 8413430119
- ISBN-13: 978-8413430119