Ricordare il passato, ricordare gli orrori, ricordare gli errori; costruire un futuro migliore si può.

“Ma c’è sempre l’arcobaleno” e “E se un giorno il vento”

“Ma c’è sempre l’arcobaleno” e “E se un giorno il vento”

Conflitto, guerra, bombardamento, campo di concentramento, odio, terrore, paura: se è terribile per noi adulti solo immaginarlo, è impensabile immedesimarsi nella mente di un bambino che precipita in un inferno simile. Due libri in maniera delicata provano a far percepire la sofferenza e la ricerca di serenità di chi vive questi momenti così bui.

Ma c’è sempre l’arcobaleno

Buchenwald è un luogo grigio, dove non ci sono colori, tutto ha assorbito il malessere e l’odio, per un bambino è difficile vedere qualcosa di bello, anche un piccolo istante è introvabile. Le baracche e le divise sono grigie, e sono grigie anche i camini e il fumo che ne fuoriesce. Grigia è la fame, la sete e la tortura. L’unico desiderio è la pioggia, perché quando è terminata produce un bellissimo arcobaleno.La tristezza e il grigiore fanno da padrone in questo albo tenero e essenziale, le illustrazioni davvero simboliche e evocative, segnano lo scandire del testo, che con poche parole, ricreano nel cuore degli ascoltatori la sensazione di malessere dei detenuti nel campo di concentramento. Un libro che può e deve avvicinare i bambini alla consapevolezza di cosa è accaduto affinché non possa più ripetersi.La speranza è rinchiusa in un arcobaleno, fuori da qualche parte un mondo migliore c’è.

 

E se un giorno il vento

“Non c’è tempo in tempo di guerra per i perché dei bambini” basta solo questa frase per percepire la condizione dei più piccoli che vivono il terrore piombare nella propria vita, gli atteggiamenti dei genitori, la paura, lo stress del vivere ogni giorno sull’altolà. Come nel precedente le illustrazioni e il testo si sposano alla perfezione dando in maniera delicata la sensazione del disagio provato e il sogno che un vento possa spazzare tutto per tornare alla serenità.Il conflitto tra israeliani e palestinesi e le guerre in Africa sono al centro dell’attenzione, il nemico viene riconosciuto dal cappello però del resto è uguale a te, a noi, ecco il vento che possa soffiare forte da sollevare i cappelli e le diversità, siamo tutti fratelli, siamo tutti padri e madri di figli che vogliono vivere serenamente.

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