ACCOGLIENZA E DIDATTICA IN PRIMA.

Tutto è difficile prima di diventare facile

Tutto è difficile prima di diventare facile

PRIMO GIORNO DI SCUOLA.

L’emozione è tangibile e la si avverte dal pianto di alcuni bambini, dalla stretta forte al braccio di mamma o papà di altri, ma anche dai sorrisi di molti che hanno voglia di sperimentare, di conoscere, di “tuffarsi” in questa nuova avventura.

Anche noi insegnanti siamo agitati, ma nascondiamo la nostra agitazione dietro un sorriso un po’ tirato e un canto di accoglienza provato e riprovato nei giorni precedenti.

Il cuore batte all’impazzata, così forte da riuscire quasi a sovrastare la musica e gli strumenti musicali suonati dai nostri maestri.

Sono anni che insegno, ma a ogni inizio provo un’emozione diversa.

Comincia la sfilata dei bambini, richiamati per nome.

A loro viene regalata dalla D.S. una “collana” (un cerchio realizzato con i cartoncini e plastificato, con un nastro giallo come il sole, quasi a voler illuminare una giornata che potrebbe, per alcuni, essere nuvolosa): un simbolo di benvenuto, accoglienza e di appartenenza a questa nuova realtà.

Poi la foto, che sarà forse il ricordo che rimarrà più nitido nel tempo perché diventerà lo sfondo del telefonino di mamma, papà e, quasi certamente, dei nonni.

Entriamo in classe.

Ad accompagnare i bambini, solo per oggi, i genitori.

L’aula è pronta, allestita con amore nei giorni precedenti per rendere più colorate le lunghe giornate invernali che seguiranno.

Alcuni muri sono stati lasciati liberi.

Si riempiranno in futuro con i loro disegni, i cartelloni, alfabetiere e numeri.

I bambini e i genitori si guardano intorno: alcuni spaesati, altri curiosi, molti frettolosi (c’è chi deve andare a lavorare, chi deve fare la spesa, chi semplicemente “vuole scappare” perché, non per tutti, questa separazione risulta “semplice”).

Annuncio ai genitori che oggi, per accogliere i bambini, leggerò loro un albo.

Ahhhhh gli albi, che magnifica invenzione!

Niente secondo me risulta più adatto: l’albo avvicina e porta alla mente i bei momenti, quelli in cui la mamma ha letto per noi.

Il titolo del libro scelto è profetico: “Tutto è difficile prima di diventare facile”.

Di cosa parla?

Parla di Simba, un timido cane lupo che sogna di diventare un acrobata del circo. Ma tutti sanno che i cani lupo sono troppo grossi e goffi per volteggiare in aria leggeri ed eleganti… Cosa farà Simba? Rinuncerà per sempre o troverà la grinta per provare a realizzare il suo sogno?

Quanto di più vero per i bambini che, quest’anno, si troveranno ad affrontare una grande sfida: imparare a leggere e scrivere (lo so, non è solo questo, ma io insegno italiano).

Prima di salutare i genitori, assegno loro un compito (e anche i genitori, come i bambini, protestano): scrivere una frase di augurio, un incoraggiamento per i propri figli.

Nei giorni successivi, questi biglietti saranno appesi al muro e accompagneranno i bambini: una specie di calda coperta che non li farà sentire soli.

Poi i genitori vanno via.

Resto sola con i “miei” bambini.

Inizio la lettura.

E, quel titolo, diventerà il nostro mantra: “Tutto è difficile prima di diventare facile”.

Servirà a me per comprendere che dovrò andare lentamente, che all’inizio non avrò la perfezione e non potrò pretenderla, che ci vorrà tempo per ottenere quel che mi aspetto da loro.

Servirà ai bambini per non mollare, per provare e riprovare, per non abbattersi.

Servirà ai genitori per incoraggiare, per avere pazienza.

E dopo la lettura scriviamo, ricopiando il nome dalle targhettine posizionate sui banchi.

Troppo presto? Assolutamente NO, perché siamo grandi e non possiamo andare a casa senza fare quello che ci aspettiamo: SCRIVERE!

Maria Natale

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